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STORY TITLE Una Storia di Settembre
AUTHOR Ironlion
CODES F,f, FSUB, Impreg, N/C, Italian
DATE ADDED 11th November, 2007
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Era un tardo pomeriggio di Settembre del 1969. Aurora stava tornando in bicicletta dal lavoro, lenta sul viale che conduceva a casa sua. Vissuta sempre nel benessere, assieme alla mamma e al papà, dalla morte di quest'ultimo due anni prima, la vita si era fatta più dura. La mamma dovette riprendere i lavori come donna delle pulizie nelle case del vicinato, e così Aurora, giunta la maggiore età. Lei. Un angelo tra gli uomini. Alta, con lunghi capelli corvini lisci, lasciati cadere dietro le esili spalle. Un volto angelico, con due occhi bruni luminosi, e due labbra carnose e rosse come mele. Stretta la sua vita, affusolate le sue gambe, e slanciate.

Un rotondo e meraviglioso fondoschiena. E due meravigliosi seni, enormi e sodi come il marmo, con due piccoli capezzoli a puntare il cielo. Vestita di umili abiti, e su di una cigolante bici vecchia, tornava a casa. O almeno quella che era la casa di suo padre. Ormai, sommerse dei debiti, Aurora e sua madre dovettero vendere per sopravvivere al fratello del padre. Beppe. Un disgustoso uomo di 76 anni, ex contadino, ormai arricchito da anni di sfruttamento nei confronti di tutti. Era un uomo spregevole a vedersi. Basso e tozzo, dal ventre largo, vestito sempre malandato. Mandava un lezzo tremendo di sudore e sporco da lontano. I suoi pochi capelli grigiastri e mossi incorniciavano una testa grassa e tonda. Due occhi piccoli e ravvicinati, il naso fino e aquilino, le labbra sottili e strette, e il ghigno sdentato erano la degna cornice di un quadro orrido.

Aprendo il cancello Aurora percorse il viale che tante volte percorse a cuore più leggero. Di la della staccionata, era sempre Mario, il giovane vicino che tanto amava, e da cui tanto era amata. Sperava un giorno di sposarsi con lui, e finalmente condividere il suo amore e le passioni carnali per la prima volta. Posò la bicicletta davanti al portone di casa. E si apprestò ad entrare. Uno strano rumore veniva dalla cucina, come un sommesso bisbigliare. Incuriosita, girò dietro la casa, e silenziosamente sbirciò da una fessura nelle finestre cihuse della cucina. Nella poca luce della cucina potè distinguere chiaramente la figura di sua madre. Ella era una donna ancor bellissima e nel pieno della maturità. Alta e statuaria come Aurora, dai capelli appena ingrigiti sulle tempie, e raccolti dietro la nuca con un fermaglio.

Vestita della sua solita vestaglia da casa, legata attorno alla vita. Inginocchiata in terra, muoveva avanti e indietro la testa. 'Chissà cosa starà facendo...' si disse. Si spostò all'altra finestra, semrpe silenziosamente, e con sommo orrore capì. Sua madre stava succhiando il pene di Beppe. Egli, in piedi, in tutta la sua disgustosa e irsuta nudità teneva il capo di sua madre con una mano, forzandolo sul suo mebro. Mentre con l'altra fumava uno dei suoi odiosi sigari. Il suo puzzo era avvertibile, come sempre. Era qualcosadi grottesco vedere la slanciata ed esile figura di sua madre, inginocchiata ad umiliarsi di fronte ad uomo così ripugnante. E più di tutti era orrendo il suo l'enorme e turgido membro.

Un corpo marrone-rosa di almeno 25cm, estremamente largo e ricoperto di vene pulsanti, con una testa rossa-rosea a forma di ghianda. E sotto un pesante e grinzoso sacco, contenente due grosse sfere, pesanti e gravi. Sua madre succhiava e leccava avidamente sotto la guida della mano di Beppe, il quale posò il sigaro, e cominciò a fare smorfie sul suo viso spregevole. 'oh... ahh... si... sii... sto per... ahhhh!!!' e con un ultima esclamazione, in preda a strane convulsioni, cominciò a svuotare il contenuto delle sue grasse palle nella gola della sua cara madre. Larghe dosi di seme, a getti e spruzzi quasi soffocarono la povera donna, che tossendo e sputando si allontanò da Beppe. Il suo lucido e ancora pulsante pisello puntava in alto, gocciando ancora sperma.

Ripulitasi alla meglio, la povera donna disse 'Va bene, l'affitto questo mese è pagato, ora vattene prima che torni Aurora, devo pulire il tuo sozzume da terra'. Beppe ghignò 'Sozzume? Sei solo una povera stupida. Questo sburro ha ingravidato metà delle donne di questo paese, e riempito le avide bocche dell'altra metà! E tu ne sai qualcosa vero?'. Sua madre si voltò e si diresse verso il lavello. Beppe allora disse 'Ci sarebbe ancora il mese passato da pagare, e quello prima... E' tanto che non scopo una bella figa, e il mio pisello sussulta ogni volta che ti vedo. E quest'altro mese potre icaccarti fuori a te e tua figlia. Lo sai questo vero?!!'. Con uno sguardo di enorme dolore e sconfitta la madre si chinò con i gomiti, poggiandosi sul tavolo. Si alzò il retro della veste, si abbassò le mutandine, e si pose (senza saperlo) in piena vista di Aurora.

Come erano ancora giovani e sode le sue carni, morbido e rotondo il suo sedere, elastica e appena coperta di peluria la sua vagina. Vide la mano di sua madre scendere a posarsi sul clitoride e sulle grandi labbra e stimolarsi con le dita. 'Fammi preparare, porco! Il tuo coso è troppo grande, mi slabreresti! E puliscilo dal tuo sozzume. Vorrai mica mettermi incinta?'. Senza dir parole Beppe si avvicinò da dietro. Sfilò del tutto le sue mutandine, e si pulì il grosso membro del suo sperma. La madre di Aurora pose due dita sulle grandi labbra e le allargò quanto potè. Beppe puntò la testa del suo grasso pene all'imbocco della vagina, e cominciò a spingere. 'Dio come sei stretta, allora è vero che non hai più scopato da quando è morto mio fratello'. 'Mio marito!'. E con una decisa spinta Beppe si infilò quasi tutto dentro.

La povera donna sussultò ed emise un soffocato urlo 'Oddio, mi rompi! Piano ti prego!'. Un ultima spinta, e un ultimo impreco della povera donna, e Beppe fu immerso fino alle palle dentro di lei. Cominciò a pompare forte e con profondità, facendo schioccare le sue pesanti palle sul pube di lei. Aurora era terrorizzata. Dopo circa 10 minuti di questo orrido teatrino BEppe cominciò a tirare indietro la testa, ritraendo i muscoli della schiena e del sedere. 'Dio mio ti prego non schizzarmi dentro! Nooo!!!'. Ma era troppo tardi. Le palle di Beppe cominciarono a pulsare,contranedosi fortemente a intervalli regolari. Aurora contò 12 contrazioni, in un minuto abbondante.

Ad ogni contrazione Beppe mugolava orridamente, e sua madre piangendo silenziosamente sussultava, dicendo a volte 'Dio quanta... o mio Dio...'. Dopo 5 minuti Beppe si sfilò, con un sonoro 'plop' dalla povera donna. Un rigagnolo di bianco seme ondeggiava dal Glande di Beppe alla vagina della donna. Ne seguì un abbondante scroscio di seme, fuori dall'orifizio vaginale, e giù per il pavimento. Un enorme quantità. Beppe ghignò 'Ne hai almeno il doppio dentro la tua pancia mia cara. Lo senti il mio sozzume che ti entra dentro, caldo, e ti mette incinta?'. 'Tu sia maledetto!'. La donna si rialzò e andò in bagno, tentando come potè di pulirsi, sapendo comunque che era tutto inutile. Beppe si ricalzò i pantaloni, e se ne andò. Aurora entrò in casa dalla porta principale, devastata nell'animo.

Andò in cucina. L'odore di sudore, sperma stantio e sigaro erano ancora forti. Uscì la madre, che baciò la sua adorata figlia sul capo. 'Mamma... cos'hai sembra tu abbia pianto' disse Aurora. 'No mia cara, è un po' di stanchezza, mi servirebbero degli occhiali sai, ma non possiamo permetterceli'. Poi la madre si voltò, ed Aurora notò con estremo orrore un rivolo di un liquido bianco e denso scivolare lungo la gamba della adorata mamma, sotto la gonna. Prepararono la cena, mangiarono, ed andarono a dormire.

La vita continuò come sempre. Dopo un mese la mamma di Aurora constatò con rammarico il mancato arrivo delle mestruazioni. E così il mese dopo. Lo sperma di Beppe aveva fatto il suo dovere. Il vecchio bastardo era ancora un potentissimo inseminatore, e nonostante i 50 anni lei era ancora fertile. Tre mesi dopo il misfatto (e con la pancia della mamma, sempre piatta e sciutta, che cominciava leggermente a rigonfiarsi) Aurora tornava come sempre in casa.

Entrò, ma la mamma non c'era. Andò in giardino e anche li non c'era. Andò nel sottoscala, in cantina. E neanche li la trovò. Ma con enorme stupore e rammarico trovò Beppe, intento ad armeggiare col vino. 'Cosa fai li?!' chiese con tono alterato. Beppe si voltò, chiaramente alticcio e stizzito 'Fatti i cazzi tuoi puttanella, questo era il MIO vino'. 'Ti sbagli schifoso, era il vino di mio padre!'. 'Schifoso a me?! Lurida sgualdrinella, vedo che tua madre non ti ha insegnato le maniere, ma c'era da aspettarselo da una vacca come lei!'. 'Adesso ti sistemo io!' ed Aurora si avvicinò con un bastone preso li da terra.

Colpì Beppe sulla testa e sulle braccia. 'Ahi ahi! Ferma disgraziata!'. Infine, dono numerose echcimosi, tagli e ferite Beppe riuscì a strapapre il bastone ad Aurora e gli mollò un forte pugno nello stomaco. La poverina cadde bocconi. 'Brutta stronza! Guarda che mi hai combinato! Adesso ti faccio vedere!'. Si slacciò i pantaloni, e li lasciò cadere fino al ginocchio. Si abbassò le mutande, e tirò fuori l'enorme pisello. Prese Aurora, ancora tramortita poverina, e la mise in ginocchio. LE slacciò la veste fino al bacino, e liberò le sue enormi e magnifiche tette dal reggiseno. 'Dio mio che balconcino che abbiamo qui. Sono enormi, calde e sode come mele...'. Cominciò a baciarle, torturandone i capezzoli con i denti le le dita. Si inturgidirono e gonfiarono ancor più, e Aurora emetteva mugolii di piacere, ancor mezza tramortita dal colpo. Beppe pose il suo membro, ormai duro come ferro e pesante come piombo tra le sue tette, le prese tra me mani, e cominciò a scoparle come una soda figa.

Dopo neanche un minuto cominciò ad eruttare sborra come una fontana. Pesanti e collosi spruzzi ricaddero sul bel volto di Aurora, e imperlarono il suo seno, come glassa su un dolce prezioso. Beppe si rialzò 'ce ne è rimasta conra molta di sborra mia cara, e penso sia ora di farcirti a dovere con un bel bambino. Ma che dico, tanti gemelli. Oh... vedrai che ne ho tanta da versarti dentro'. Aurora inorridita cercò di alzarsi, ma fece solo in tempo a ricadere in dietro sotto il peso di Beppe, che con agilità insospettata alzò la veste di Aurora, Alzò le sue gambe sulla sua testa, scansò le mutandine e penetrò di colpo la povera implume ed elastica figa. Fortuna che l'intontimento di Aurora attutì molto il suo dolore poverina. Nonostante ciò strabuzzò gli occhi ed emise un lancinante urlo. Qualche goccia di sangue debordò dal piccolo e violentato orifizio verso il sedere, e infine a terra. Beppe cominciò a pompare piano ma vigorosamente. Dopo circa 5 minuti si immerse più che potè.

Aurora sentì chiaramente con orrore e dolore il glande di Beppe far capolino nel suo utero, e con spasmi di tutto il suo membro attese l'inevitabile 'Ahhhhhh... prendi... AAHHHH!!!' Come una valanga delle bordate di calda sborra eruttarono dal suo grasso cazzo, pompate dalle sue palle turgide in preda a convulsioni terribili, riversandosi violentemente nel suo piccolo e tenero utero, scivolando nelle sue tube, sommergendo le sue ovaie. Aurora nella trance del dolore immagino i miliardi di spermatozoi punzecchiare i suoi uovi, mettendola incinta, laddove avrebbe voluto solo il suo amato Mario. Beppe andò avanti così contorcendosi e dibattendosi per quasi 5 minuti. Rivoli di sperma, che ormai non trovavano più posto dentro la povera Aurora, debordarono fuori, tra il suo grasso pisello e la sua piccola fighetta. Aurora singhiozzò e pianse, intanto che il vecchio porco continuava a svuotarsi, e massaggiare le meravigliose tette.

Inine si sfilò. Un mostruoso quantitativo di sperma fuoriuscì dal piccolo antro violentato, creando una pozza sotto di Aurora. Beppe si ricompose. 'Adesso anche tu contribuirai al ripopolamento del nostro paese. Chissà quanti bastardi ti ho piantato dentro, mia piccola ha ha ha'. E con una grassa risata, se ne andò. Aurora si rialzò, barcollante e dolorante si recò al bagno, cercando di ripulirsi. Ma anche dopo ore la sua povera passerina vomitava il maleodorante e colloso sozzume di Beppe. Dopo un mese anche lei purtroppo fronteggiò l'inevitabile.

Al secondo mese, con la madre chiaramente mostrante la gravidanza, le rivelò l'accaduto. Al che piansero assieme, disperate e senza più alcuna consolazione. La madre partorì una bella femminuccia. Tre mesi dopo Aurora 2 bellissime gemelline. Poch imesi dopo il parto Beppe morì ucciso dai braccianti del luogo. Dopo un ulteriore misteriosa gravidanza di una delle mogli. Non lo rividero mai più.